Cosa significa essere ricchi

Parte 1: Basi filosofiche dell’imprenditoria

Cosa significa essere ricchi

Mi è dispiaciuto sinceramente non poter approfondire il concetto di ricchezza nel libro, ma è veramente un tema ampio che forse meriterebbe un libro a parte. Per fortuna c’è questo blog e possiamo parlarne qui.

Intanto una doverosa premessa: quando parliamo di ricchezza non parliamo necessariamente di quella monetaria, ci sono vari tipi di ricchezza tra cui ad esempio quella culturale o quella di spirito.

Ma poniamo adesso il focus sulla ricchezza monetaria in senso stretto.
Intanto dobbiamo dire che la ricchezza (come qualsiasi altra grandezza fisica misurabile) ha senso solo se comparata con un'altra di uguale unità di misura (non si paragonano mai pere con mele).

Quindi se ti chiedessi “Cristiano Ronaldo (il famoso calciatore) guadagna tanto?”

Mi dovesti rispondere: “Dipende”.
(Se hai risposto un secco sì, preoccupati)
La risposta giusta è appunto che dipende dalla comparazione, ad esempio se lo rapportiamo allo stipendio medio di un operaio italiano possiamo affermare che guadagna “molto” di più, se però lo rapportiamo a quello di Leo Messi (un altro famoso calciatore) magari non è così differente.

Capita la questione della comparazione, procediamo con il ragionare sui costi della vita.
Molto probabilmente (vado per supposizioni), un famoso calciatore si trova ad avere dei costi mensili molto più alti di un operaio medio italiano. Infatti, il calciatore avrà la sua collezione di auto e case di lusso, i domestici, gli abiti firmati, … insomma il suo tenore di vita gli comporterà spese mensili più alte rispetto a chi ha un tenore di vita medio basso.

Facciamo un esempio numerico per capirci meglio.
La persona A guadagna 10.000,00 € ogni mese, mentre la persona B ne guadagna 2.000,00 €.
La persona A ha costi fissi per 9.500,00 € al mese, mentre la persona B per 1. 300,00 €.
Ecco che, quindi, possiamo definire un primo concetto di ricchezza economica, ossia la differenza tra entrate e uscite.

Se riesci a spendere meno di quanto guadagni di fatto sei ricco ossia hai un surplus di denaro che non ti serve!

Nel nostro esempio numerico si evidenzia bene che A risparmia 500,00 €/mese, mentre B nonostante abbiamo uno stipendio più basso riesce a risparmiare 700,00 €/mese.

Alcune considerazioni sul ragionamento appena fatto prima di proseguire… Resta evidente che A farà certamente una vita più agiata permettendosi cose di qualità e quantità molto superiori a B, ma questo non può essere tenuto conto per definite l'essere "ricco" perché a quel punto basterebbe che B preda soldi di terzi (ossia prestiti, finanziamenti, ecc) e si potrebbe permettere tutto quello che ha A.

Chiarita la questione che “se prendi soldi di altri non possono contare nel tuo essere ricco” proseguiamo con il ragionamento…

Entra adesso in gioco il tempo. Infatti, si dovrebbe tenere conto anche della ricchezza sul lungo periodo e non solo di quella istantanea. Supponiamo che A per una volta vinca 2.000,00 € al “gratta e vinci”, per quel mese potrebbe essere definito come più ricco di B (in quanto a parità di costi fissi A risparmierà più di B), ma abbiamo già visto che in generale non è così.

Quindi si dovrebbe valutare la ricchezza in un lasso di tempo più lungo di un mese, sì ma di quanto? Un anno? Due anni? 50 anni?

Per avere un buon lasso di tempo, potremmo prendere in questione la vita lavorativa (circa 40 anni) oppure la vita umana utile (circa 85 anni), ma risulterebbe un conto molto complesso e mal distribuito.

Possiamo allora concentrarci più che sul tempo in sé, sulla sicurezza e sull’automaticità dell’entrata.

Ragioniamo su un esempio più concreto, supponiamo che A sia un manager di azienda con un contratto da quadro (ossia, tra le altre cose, che può essere licenziato senza preavviso) mentre B un impiegato con contratto da dipendente in un’azienda molto solida. Ecco che la sicurezza di B è molto più elevata di quella di A. In altre parole, A è meno sicuro di prendere lo stipendio il mese prossimo rispetto a B e dal momento che ha costi fissi molto più elevati di quelli di B (supponendo che non sia “veloce” liberarsi dai costi fissi) e ha risparmiato meno, può considerarsi “più a rischio” e per il nostro ragionamento quindi anche più povero.

In sintesi, siamo arrivati a capire che

“E’ più ricco chi riesce ad avere più entrate sicure rispetto alle uscite per un periodo mediamente lungo rispetto alla vita umana utile.”

Abbiamo così trovato una definizione di ricchezza economica!

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